Federica Marmiroli: “La metalmeccanica il sogno della mia vita”

“Le donne possono fare tutto, ma a volte sono costrette a faticare il doppio per affermarsi e farsi accettare”. Così esordisce Federica Marmiroli, oggi manager alla guida della Metalcontrol SRL, operante nel settore metalmeccanico da 30 anni, insieme al fratello e alla famiglia intera. La sua storia inizia da giovanissima, quando mette per la prima volta piede nell’officina dell’azienda di famiglia a Sorbolo. Ad animarla una forte passione per la meccanica, scritta nel suo dna ma non sufficiente per giustificare la sua presenza tra motori, frese e torni. “Papà non mi ha mai incoraggiato, un brillante imprenditore ma all’antica in un settore notoriamente maschile. Non vedeva bene che una donna lavorasse con le macchine – dice – la mia più grande fatica, se ripenso al passato, credo sia stata proprio trasmettere il mio sogno a chi mi stava vicino”. 

Ma Fede, come si fa chiamare oggi in modo informale dai suoi dipendenti, non si arrende.

Sempre più affascinata dal mondo della meccanica e dei motori, dopo  il diploma di geometra, i primi tentativi nel mondo edile, un periodo da dipendente tecnico nel settore dell’impiantistica, un’esperienza nei cantieri, decide di tornare in officina, il suo habitat naturale.

 “Era quello che desideravo. Non ho mai fatto l’impiegata. Volevo lavorare sul campo. Ho dovuto e devo dimostrare a tutti, in primis alla mia famiglia, che potevo farcela. Ho dovuto dimostrare che una donna in metalmeccanica non deve essere necessariamente confinata in un ufficio a smaltire fatture, può avere anche un ruolo operativo. Le donne possono farcela in qualsiasi settore, ma in alcuni ambiti devono essere molto preparate per essere credibili, non sono concesse sbavature. Non devono imitare gli uomini, possono mantenere la loro femminilità ma anche con questa, purtroppo, devono fare i conti, capire qual è il limite che consente di affermarsi senza smettere di essere donne.”

Oggi la Metalcontrol guidata da Fede ha un’anima più al femminile. “Siamo arrivate a 8 donne su 28 dipendenti.” Una minoranza, ma comunque un bel traguardo in un settore che oggi fa fatica in generale a trovare risorse umane.Non riusciamo a reperire le giuste competenze, si è persa la cultura della metalmeccanica. Si pensa che sia un lavoro fisico, ma invece è un mestiere soprattutto mentale, creativo. Eppure è sotto i nostri occhi. Viviamo circondati dai prodotti metalmeccanici, dall’arredo agli oggetti che utilizziamo ogni giorno, tutto si crea con la meccanica.”

Una donna che ha saputo cavalcare anche un passaggio difficile per tutte le aziende a conduzione famigliare: il cambio generazionale. “Sì, è un cambiamento difficile ma necessario. È una staffetta di famiglia, perché il sogno comune è quello di fare crescere l’azienda di generazione in generazione. È meraviglioso riuscire a portare avanti qualcosa creato dai tuoi genitori dal nulla e farla crescere. Non si butta via il passato, dobbiamo avere rispetto per chi ha fatto la storia dell’azienda, prenderne gli insegnamenti, ma per crescere occorre uscire dal modello artigianale, puntare al futuro e sui giovani. La difficoltà sta nell’insegnare a delegare, a fidarsi delle nuove competenze, a credere nell’innovazione, ad ascoltare i collaboratori, ad investire nella formazione e nel coinvolgimento del personale.  Se un team è ben integrato e sta bene, l’azienda ne trae beneficio, migliora e cresce.”

Fede ha appena compiuto 50 anni ed è fiera dei suoi traguardi, per sé stessa ma non solo. “Noi donne dobbiamo dimostrare anche ai nostri figli che possiamo fare le stesse cose degli uomini se lo vogliamo e ci crediamo, non significa trascurare la famiglia – conclude-. Mia madre è stata un esempio per me, una figura in ombra rispetto a mio padre, ma che nei momenti più difficili ha fatto la differenza, ha tenuto sempre la barra dritta anche per l’azienda, facendo da mediatrice tra la vecchia e la nuova generazione. I nostri figli imparano dall’esempio che diamo. Se una donna è realizzata, soddisfatta, riesce anche a rapportarsi meglio, i ragazzi stessi ti seguono di più e diventano i tuoi primi sostenitori”.

 

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Rosaria Frisina, giornalista, web e social editor. Lavora tra Parma e Milano, si occupa di comunicazione in ambito sanitario. Ama raccontare storie, la scrittura è la sua passione, l’informazione e la cura dei contenuti l’anima del suo lavoro.              

 

 

 

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