“Mai la prima volta sul paziente”, l’idea di Patrizia

“Mai la prima volta sul paziente”. Una mission chiara, quella che ha portato Patrizia Angelotti a fondare nel 2010 Accurate srl, oggi azienda italiana leader nella simulazione in medicina e nella tecnologia applicata alla formazione. Non semplici manichini, ma robot avanzati che riproducono la fisiopatologia umana e simulano in modo realistico le risposte del paziente. 

Sicurezza, riduzione del rischio clinico e dei casi di malpractice, gli obiettivi che l’imprenditrice parmigiana ha perseguito con determinazione per oltre dieci anni, con la passione tenace di chi crede nelle proprie idee, rendendo la sua impresa un progetto all’avanguardia. Una donna con una visione lungimirante, una storia di successo tutta da raccontare.  Ma torniamo indietro, dall’inizio…

…Patrizia, come sei arrivata all’idea di Accurate?

“Il mio percorso di studi è partito, in realtà, da una formazione umanistica, ho frequentato il Liceo Classico. Ma per la scelta universitaria ho cambiato rotta, mi sono orientata verso il mondo scientifico, mi affascinava, mi sono iscritta alla facoltà di Fisica. Un iter che ho concluso con una tesi al Cnr di Bologna, all’Istituto di radiazioni extraterrestri, dove era in corso una ricerca su un rilevatore del linfonodo sentinella nel tumore alla mammella. Ho iniziato così ad applicare la fisica in ambito medico, ricorrendo a diverse simulazioni. Dopo la laurea, ho lavorato per un’azienda norvegese, acquisendo competenze nella formazione medica con supporti tecnologici. Alla soglia dei 30 anni, la svolta: la decisione di creare un’azienda tutta mia!”

Nasce così Accurate?

“Sì. L’azienda che avevo in testa doveva rispondere a queste caratteristiche: la ricerca nel settore della formazione, supportata dall’innovazione tecnologica, con l’obiettivo della riduzione dell’errore umano in medicina.”

Perché questa idea?

 “Pensiamo all’aviazione. Tutti sanno che i piloti vengono addestrati con i simulatori di volo. E anche dopo anni, nonostante l’esperienza, continuano ad esercitarsi così, vista l’alta responsabilità connessa al loro mestiere. Perché lo stesso protocollo non è adottato in sanità? In Italia, la formazione medica avviene sul paziente. Ma, nonostante i progressi, purtroppo, si parla ancora di oltre di un milione di casi all’anno di morti a causa di errori medici. L’unico modo per ridurli è la formazione pratica di qualità, sfruttando la simulazione ed evitando la sperimentazione diretta sul paziente. La simulazione è un’opportunità sia per i giovani, studenti e specializzandi inesperti, sia per i medici affermati, che devono tenere elevate le competenze.”

Da quali aree mediche siete partiti?

“I primi software riguardavano l’area dell’emergenza urgenza, l’emodinamica cerebrale, il trauma cranico e l’ictus. Nel 2011,  è nato in Italia il primo Centro di Simulazione Avanzata in ambito neurologico, progettato da Accurate. Ci siamo poi focalizzati sulla ginecologia, abbiamo brevettato il primo simulatore al mondo di prelievo ovocitario e trasferimento di embrioni. Abbiamo avviato una linea sulla fecondazione assistita venduta in tutto il mondo. Abbiamo dovuto fare tanta ricerca, perché erano molti i settori medici scoperti, in cui mancavano strumenti ad alta fedeltà per fare pratica. Oggi copriamo 24 aree della medicina e abbiamo a catalogo oltre 400 simulatori.”

Come comunicano i robot con i medici?

 “I nostri simulatori sono dotati di software avanzati che forniscono report precisi, registrando tutto quello che viene fatto, segnalando un risultato corretto o errato in base alle linee guida. Alcune simulazioni restituiscono anche la comparazione con performance raggiunte da colleghi in altre parti del mondo che sono intervenuti sullo stesso caso in cliniche private o ospedali pubblici. Ci sono diverse soluzioni a seconda dell’area formativa, anche con simulazioni di team guidate da un istruttore.”

Dove opera Accurate?

“Accurate ha allestito 75 centri di simulazione avanzata sul territorio nazionale, posizionati in ospedali ed università. A Parma, in particolare, abbiamo ideato un centro di innovazione e ricerca, Simula Hub: un edificio di oltre 1000 mq che replica l’organizzazione ospedaliera, con allestimenti di ultima generazione, sale operatorie e pazienti robotici simulati su cui i medici possono permettersi di sbagliare.”

Da chi è frequentato il Simula Hub di Parma?

“Il Centro è sempre più attrattivo, l’utenza è nazionale ed internazionale. Abbiamo di recente ospitato 50 medici dagli Stati Uniti, che hanno scelto di formarsi a Parma, e la Champions League degli anestesisti rianimatori. Esperti provenienti da tutta Italia che si sono messi alla prova su casi delicati, situazioni complesse da gestire quando accadono nell’operatività quotidiana, con alto rischio di morte per il paziente.”

Progetti futuri?

“Stiamo integrando nei nostri prodotti l’intelligenza artificiale, utilizzata in modo da rendere ancora più realistico l’approccio tra medico e simulatore. Stiamo sviluppando, inoltre, diversi prodotti nell’ambito del metaverso, con sistemi di virtualizzazione della realtà. In sintesi: non ricostruiamo la realtà,  ma la catturiamo e la spostiamo nel metaverso con sistemi che la rendono poi adattabile alla didattica. Uno dei prodotti brevettati di recente, invece, è un simulatore per i chirurghi estetici. Non esistevano soluzioni così innovative in questo ambito medico. Eppure, le conseguenze di un filler o un botox fatti male possono essere molto gravi. Infine, in oncologia, stiamo portando avanti il progetto formativo Car-T, una nuova terapia per la gestione dei Linfomi non Hodgkin o con leucemie linfoblastiche; stiamo anche implementando, con la rete oncologica campana, la simulazione di modelli standardizzati per percorsi assistenziali di alta qualità per il paziente, da quando viene preso in carico a quando viene trattato.”

Quali professionalità sono coinvolte nel team e a quali target vi rivolgete?

“Ingegneri biomedici, elettronici, informatici. Collaboriamo con università, ospedali, enti pubblici e privati che operano in sanità. Accurate è stata di recente acquisita per il 75% da Digit’Ed, polo formativo di eccellenza, che darà un’ ulteriore spinta alla mission di portare valore e qualità alla formazione in medicina e alla gestione della sicurezza del paziente.”

Qual è stata la tua più grande soddisfazione?

“Con orgoglio possiamo dire di aver lavorato tanto per cambiare il “sistema Italia” dal punto di vista della formazione medica. Abbiamo dovuto creare una necessità, sensibilizzare la consapevolezza, precorrendo i tempi. Oggi, rispetto a dieci anni fa, il tema del rischio clinico è, infatti, sotto l’attenzione dell’OMS. Accurate non è stato solo un progetto scientifico, ma anche culturale e di comunicazione. Un lavoro impegnativo, non è un caso che siamo tra i fondatori della Società Italiana di Simulazione. Ora viviamo una fase di accelerazione, è un settore in continua evoluzione.”

È stato difficile come donna raggiungere questo traguardo?

“Quando ci sono le competenze, non c’è differenza di genere. Ho sempre lavorato in ambiti professionali molto maschili, la stessa facoltà di Fisica ai miei tempi registrava una bassa presenza femminile. Ma le donne possono tutto, l’unica cosa che le donne non devono fare è porsi dei limiti, sottostare ai cliché, non mettersi in gioco per paura di essere discriminate o di non essere all’altezza dei colleghi uomini”.

 

 

WRITTEN BY

 

 

 

 

 

Rosaria Frisina, giornalista, web e social editor. Lavora tra Parma e Milano, si occupa di comunicazione in ambito sanitario. Ama raccontare storie, la scrittura è la sua passione, l’informazione e la cura dei contenuti l’anima del suo lavoro.              

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