LETTURE/ C’era la Luna, quel favoloso ’68

Settanta è l’età giusta per scrivere un memoir. Serena Dandini, icona ironica dei divani televisivi di area progressista, con “C’era la luna” (Einaudi 2025) non si è limitata a rincorrere il passato adolescenziale di ginnasiale romana. Ha intrecciato con i ricordi esistenziali, legati agli schemi di una famiglia patriarcale, le sfide del’68 su temi quali la verginità, l’aborto, la sorellanza femminista.
 
Un doppio binario che il flusso interiore della sua scrittura emozionale trasmette non solo ai lettori della sua generazione ma a quanti cercano nel’68 le radici della lotta per i diritti sociali e civili contemporanea.
 
“Viva la libertà” è il motto annotato sul diario che l’accompagna nel rapporto col gruppo delle tre liceali d’estrazione nobiliare o alto borghese alla cui ombra cresce a dismisura il suo distacco dai tabù famigliari.
 
Condivide con Colette il motto ”Voglio fare quello che voglio” e passa dai fumetti alle letture impegnative di don Milani e Marx suggerite dal suo idolo, l’anticonformista Saverio che vive nel mitico palazzo Sforza.
 
 

WRITTEN BY

Augusta Torricelli, giornalista e scrittrice. Vive a Sala Baganza (Parma), i libri il suo pane quotidiano. Le tematiche di genere e la scrittura al femminile sono state sempre al centro dei suoi interessi culturali e del suo impegno sociale, tanto da diventare il tema centrale di diversi saggi che hanno dato voce alle donne.

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