La storia NoLimits di Laura Boscaini
Una storia di coraggio, una testimonianza di come l’inclusione sia una strada da percorrere a tutti i livelli, dalla scuola al lavoro, per andare oltre ai pregiudizi.
Laura Boscaini ci racconta la sua storia.
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“Correva l’anno 1989 a Parma nasceva una bimba che si scoprirà poi essere una bimba straordinariamente NoLimits
Ma cosa significa ? Ecco ve lo racconto….
Io sono Laura. La mia storia straordinariamante nolimits inizia quando alla mia nascita si scopre che ho malformazione genetica con conseguenti problemi motori, e per questo dall’ età di 3 anni conduco la mia vita assieme al mio fedele compagno PIPPO, in realtà è un tutore che indosso tutto il giorno tutti i giorni e che mi permette di svolgere ogni attività quotidiana. Detta cosi sembra semplice ma in realtà poi semplice non lo è!
Dopo la mia nascita è iniziato un cammino che come hanno definito i medici sarà lungo e difficile, fatto nei primi anni di vita di fisioterapia quotidiana, ospedali e ospedali, interventi su interventi e tanto impegno da parte della mia famiglia. Ma questo cammino non è stato solo questo! È stato un cammino fatto di obbiettivi e tanta forza, forza che nasceva proprio dal primo obbiettivo che i miei genitori si erano prefissati per me: MIA FIGLIA DEVE ESSERE IL PIU’ POSSIBILE AUTONOMA!.
Assieme a tutto questo nel mio percorso si sono susseguite tutte le tappe di ogni bambino e come tale nonostante le difficoltà all’ età di tre anni è arrivato il momento del mio inserimento nella scuola materna, qui l’incontro con la mia maestra Adriana: per me non una semplice maestra, ma molto di più! Direi il simbolo della mia infanzia, è stata infatti la prima persona dopo la mia famiglia che non si è soffermata all’ aspetto esterno ma ha visto attraverso i miei occhi piccoli e furbi tanta forza e potenzialità.
Negli anni questa forza veniva sempre più a galla e alimentava in me tanto coraggio, il coraggio che mi ha permesso di raggiungere ogni traguardo che mi si poneva di fronte, questo per dire che tutta la mia vita è stata sempre un susseguirsi di traguardi. Il primo traguardo? Proprio all’ asilo: quando Adriana si era prefissata per me di riuscire a farmi svolgere qualunque attività con i miei piccoli compagni, dai giochi , alle scale, e persino il ponte mobile dello scivolo, questo sì che fu un traguardo, non solo perché inaspettatamente nonostante le difficoltà motorie ci riuscii, ma anche perché fu la prima attività condivisa con i miei coetanei.
Gli anni passano, l’asilo finisce si chiude un capitolo meraviglioso e se ne apre uno un po’ meno! LA SCUOLA !
Qui cominciano i problemi, non tanto legati alla mie difficoltà fisiche quanto piuttosto ai pregiudizi che le persone hanno nei confronti della disabilità, è con questi che da qui in poi ho dovuto e devo ancora lottare! Ma nonostante questo la scuola mi ha lasciato anche qualcosa di bello! In particolare alle superiori, dove ho fatto la prima scelta e ho seguito la mia passione per gli animali, in particolare i cavalli e ho scelto agraria.
I cavalli, una passione un po’ folle vista la mia disabilità, come del resto tante cose di me, ma è grazie a questa mia passione se per diverso tempo sono riuscita a fuggire alla realtà e ritrovarmi in momenti dove tutto sembrava possibile. I cavalli non sono stati e non sono la mia unica passione, l’ altro sport del cuore è il nuoto.
A questo sport mi sono avvicinata per dovere nei riguardi della mia salute, la fisioterapia da piccola ed il nuoto da grande, ma ben presto è diventato parte di me!. In merito ci sarebbe tanto da dire…. Se inizialmente era solo un dovere negli anni grazie all’ incontro con la mia istruttrice Katia, che come Adriana tanto aveva percepito dal mio sguardo, ho iniziato un percorso per imparare a nuotare, all’ inizio pareva impossibile, giorno dopo giorno vedendo i miei progressi ad un certo punto Katia, forse per gioco, mi propose di partecipare ad una gara studentesca e da li, come dico spesso, il germe dell’agonismo non mi ha più lasciato.
Le gare sono state e sono un tassello molto importante di me, il motivo? Semplice: in acqua riesco ad esprimere ciò che a parole non mi riesce bene, riesco ad esprimere la forza che mi contraddistingue ma che negli anni forse per le diverse difficoltà che ho dovuto affrontare si è nascosta dentro di me. Il nuoto mi ha regalato tanto, mi ha aiutato a crescere mi ha permesso di togliermi diverse soddisfazioni, TANTE DIREI! Ultima due anni fa! Quando sono stata inserita in una squadra di normodotati, dopo diversi anni in squadre di persone con disabilità.
Questa la mia grande vittoria!
Il bello dello sport, è che ti permette nonostante le difficoltà di dimostrare che si hanno anche delle abilità, per questo credo che ad oggi lo sport è forse l’unico mezzo ancora capace di sconfiggere certe barriere. Come si può capire da questo racconto sono sempre stata e sono ancora oggi una sognatrice .. Il sogno di questa bimba cresciuta ?Dopo le superiori ? Continuare a studiare e intraprendere la carriera universitaria.
Anche in questo caso ho scelto secondo le mie passioni tralasciando quello che il mondo intorno reputava più adatto a me, cosi mi iscrivo al corso di laurea triennale del dipartimento di Medicina Veterinaria di Parma data la mia passione per gli animali, di certo non una scelta convenzionale per una ragazza con disabilità. Se dovessi descrivere questo percorso direi semplicemente un percorso “a montagne russe”: se da un lato i diversi esami da sostenere e la consapevolezza di ciò che io volevo raggiungere, ossia la laurea e un lavoro diverso da quello che la società immagina per una persona con disabilità, mi facevano volare alto, dall’ altro ci sono state diverse persone che più e più volte hanno messo in dubbio la mia riuscita facendomi ritornare giù proprio come nelle montagne russe.
Ma nonostante il percorso difficile ancora una volta non ho smesso di credere nei miei sogni e anche questa volta arrivo al mio obbiettivo, ed ecco arrivare il 18 FEBBRAIO 2016… anche io sono diventata dottoressa, una DOTTORESSA UN PO’ SPECIALE !. Descrivere a parole il valore di quel giorno è quasi impossibile, un misto di incredulità ed una gioia immensa, a volte ancora oggi se ci ripenso mi sembra ancora impossibile che si sia avverato. Posso affermare con assoluta certezza, che quel giorno rappresenta per me la prima volta in cui al di fuori di una piscina io sia riuscita a dimostrare le mie capacità al resto del mondo. La gioia provata quel giorno non posso dire sia la stesso sentimento che ricordo nei due anni successivi, decisamente NO!, infatti dopo la laurea inizia il calvario (come lo chiamo io) della ricerca del lavoro.
Due anni in cui ancora una volta mi sono trovata divisa tra quello che erano i miei obbiettivi con la realtà: ero assolutamente determinata a voler trovare un posto di lavoro nell’ ambito della sicurezza alimentare, dati i miei studi universitari, cosi come ero altrettanto convinta che nonostante le difficoltà motorie sarei stata in grado di svolgere il lavoro, in fondo era solo questione di organizzazione, magari con qualche variabile pensavo io. La realtà che mi sono trovata di fronte in quei due anni purtroppo era ben diversa; una realtà in cui il personale di vari uffici di collocamento sia dedicati alle persone con disabilità che uffici di collocamento generici, (le ho provate tutte), appena leggevano il curriculum trovavano incompatibile la mia condizione con l’ambito lavorativo che cercavo, e senza mezzi termini a volte, mi dicevano “ cara mia farai molta a fatica a trovare ciò che vuoi forse dovresti ripensare al tuo lavoro ideale”.
In quelle parole capì subito il grande problema che mi apprestavo a fronteggiare, tra l’altro presente ancora oggi nella nostra società ossia: considerare la disabilità come un ostacolo e fonte di problemi piuttosto che come potenziale risorsa, unitamente al grande luogo comune che vede la persona con disabilità solo in grado di lavorare dietro una scrivania e rispondere al telefono.
Tutto questo scenario è stato assai difficile da sopportare e soprattutto mantenere la lucidità sul mio obbiettivo ma grazie alla mia grande voglia di riscatto e con il supporto dei miei genitori sono riuscita a non mollare, ed ecco finalmente che a Novembre 2017 vengo contatta dall’ ufficio di collocamento dedicato alle persone con disabilità del Comune di Parma per un colloquio di lavoro, ma non uno qualunque proprio quello desiderato da sempre e per un gioco del destino nell’azienda a cui da sempre aspiravo, quasi stentavo a crederci, invece era proprio cosi!.
So passati 5 anni da quel 8 Gennaio 2018 e nell’ incredulità del mondo del lavoro posso dire finalmente che dopo tante fatiche e difficoltà oggi sorrido ogni giorno pensando al mio passato e guardando al presente che mi vede membro di un team di controllo qualità alimentare.
Questa è un po’ in breve la mia storia, una semplice testimonianza che spero assieme ad altre serva alla società d’oggi per rendersi conto di quanto ancora c’è da fare per noi persone con disabilità per non farci sentire diversi ma diversamente unici come tutti”.
WRITTEN BY
Laura Boscaini, lavora come Controller di Qualità Alimentare. Impegnata come attivista sui temi di disabilità e inclusione sociale e nella costruzione di una cultura inclusiva per tutti