La poesia/ Ai confini del verso
Mi sono piacevolmente persa fra gli alti scaffali e le montagne di libri accatastati in ogni angolo: edizioni fuori catalogo accanto alle ultime uscite, volumi che, se saranno fortunati, forse troveranno un’altra collocazione.
Ai confini del verso a cura di Mia Lecomte, una sua collocazione l’ha già trovata ed è qui davanti a me mentre ne sto scrivendo.
Si tratta di una raccolta uscita nel 2006 e ormai di difficile reperibilità. Il sottotitolo è esplicativo: Poesia della migrazione italiana. Mia Lecomte, grande conoscitrice della letteratura della migrazione e poeta lei stessa, ha raccolto le voci di 20 poeti di varia provenienza, che hanno in comune l’uso della nostra lingua per esprimere i loro sentimenti più profondi.
Diversi i temi trattati ma ciò che traspare sempre è il tema del dolore e quello della speranza che sta alla base di ogni evento migratorio, della lontananza dalla propria terra d’origine.
Altro elemento che rende la raccolta preziosa ai miei occhi e ancora molto attuale è che, a distanza di quasi vent’anni e alla luce delle attuali politiche migratorie, il tema del dolore, purtroppo, sembra aver sopraffatto quello della speranza.
MAGHIDA’
Maghidà
tu che viaggi tanto,
salutami l’Italia,
quando arrivi in Italia.
L’Italia,
quel paese equilibrato,
con la destra e la sinistra al potere,
con la sinistra e la destra all’opposizione.
(…)
Non salutarmi soltanto l’Italia
degli onorevoli, dei monsignori,
dei sottosegretari, dei generali,
l’Italia dei monumenti…
Ma anche l’Italia dei barboni sotto i ponti,
delle famiglie negli alberghi,
degli anziani negli ospizi,
degli operai in cassa integrazione.(…)
Ndjock Ngana Yogo Ndjock – Camerun
RITORNO
All’alba i soldati giunsero,
i soldati facendo festa,
intonando canti di salvezza.
Del blu della notte
un fuoco accendiamo.
Lì vicino l’ansa del fiume
sopra le pietre riposa
la polvere delle battaglie,
s’accende nel cuore
un ricordo di fumo.
Thea Laitef – Iraq
DOPO LE GUERRE
Dopo ogni guerra noi diventiamo migliori. La pesantezza
da noi evapora, la leggerezza si insinua sotto la nostra pelle,
sempre più sotto, più sotto, più sotto. La porta
del nostro oggi l’apriamo con gesto già abituale,
leggero, proprio come, Dio ce ne guardi, con mano altrui.(…)
Dopo ogni guerra noi diventiamo migliori,
anche se con gli occhi sognanti delle stelle le pupille non diventano
più larghe, dalle nuvole non canticchia la pioggia, dalla terra il sambuco
non cresce, dispensatore di verità.(…)
Il nostro dopo non è un paese di illusioni: migliori siamo, migliori,
non si vede? O noi sopravvissuti, o noi perfetti!(…)
Bozidar Stanisic – Bosnia.
LINEAMENTI
Nella tua voce ci sono:
screpolature, baratri segreti,
altezze che svaniscono
e oscure foglie,
e nel tuo viso
nell’equilibrio precario
si cela l’inspiegabile allegria
delle cose vive.
Gregorio Carbonero – Venezuela.
Autrice italiana di origine francese, Mia Lecomte è nata nel 1966 a Milano e vive tra Roma e Parigi. Poeta e scrittrice, svolge attività critica ed editoriale. È redattrice del semestrale di poesia comparata «Semicerchio» e del trimestrale di letteratura della migrazione «El Ghibli», e collabora all’edizione italiana de «Le Monde Diplomatique». È ideatrice e membro dell’ensemble poetico-teatrale della Compagnia delle poete (http://www.compagniadellapoete.com/).
written BY
Sara Ferraglia, poetessa parmigiana, è stata finalista e vincitrice in numerosi premi nazionali. Autrice di poesie, fiabe e racconti molti dei quali raccolti nel suo blog. L’ultimo libro pubblicato è Voglio una danza (Giuliano Ladolfi Editore, 2023). Su Parmaforwomen cura la rubrica La Poesia.