“La gioia all’improvviso”, il film sul CAV di Parma
Come diceva un grande maestro: Il cinema è “il come”, non “il cosa” (cit. Hitchcock). E proprio il “come”, nel caso del film “La gioia all’improvviso”, è stata la chiave che ha aperto al regista Marco Mazzieri le porte del Centro Antiviolenza di Parma. Un luogo di accoglienza, un porto sicuro per molte donne, riservato, che vive di anonimato, legato alla necessità di proteggere le vittime dai loro carnefici ma anche dai pregiudizi della società. A raccontarci la genesi del film, in programma in questi giorni in anteprima nazionale al cinema Astra, sono le sceneggiatrici Fabrizia Dalcò e Lorena Ravanetti.
“Non era scontato che il progetto venisse accettato – raccontano Fabrizia e Lorena – la presidentessa del Centro Antiviolenza di Parma Samuela Frigeri aveva già ricevuto, e rifiutato, in passato proposte di docufilm. È stato vincente il punto di vista del soggetto: non si chiedeva di entrare nelle case rifugio, intervistare le ospiti, ma raccontare, con un approccio inedito, una giornata particolare delle operatrici del Centro. Come vivono la quotidianità; cosa fanno quando ricevono una chiamata in emergenza o sentono suonare alla porta; come gestiscono le loro emozioni; come accolgono e aiutano le donne in fuga dalla violenza.”
Dove nasce l’idea?
“L’idea è nata circa sei mesi fa, da una proposta fatta al regista Marco Mazzieri di girare un film sui Centri Antiviolenza. Marco ha scelto il CAV di Parma, perché ha una storia lunga 35 anni, il più antico in Italia ed uno dei primi ad essere nato in Emilia Romagna.”
Perché “La gioia all’improvviso”, a cosa allude il titolo?
“La gioia all’improvviso rispecchia l’approccio positivo delle operatrici. Il filo conduttore del film è la rigenerazione, la loro straordinaria capacità di confrontarsi con storie drammatiche, di affrontarle con un autentico spirito di sorellanza. Il film non è un racconto cupo, di dolore, immortala invece momenti in cui si ride e si scherza, la gioia scoppia all’improvviso, appunto, anche in situazioni tragiche.”
Come è stata scritta la sceneggiatura?
“Per scrivere la sceneggiatura abbiamo parlato con le operatrici, le abbiamo ascoltate e registrate. È stato un lavoro condiviso, abbiamo rivisto i testi insieme, correggendo le parole con la massima attenzione al linguaggio. È stata un’esperienza unica mettersi nei loro panni, distaccarci da noi stesse, liberare il racconto dagli stereotipi. Il film è stato un’opportunità per tutti: per noi, di approfondire meglio e vivere da vicino il lavoro delle operatrici; per le operatrici, il racconto di sé, il dialogo con persone esterne al loro mondo, è stato uno stimolo alla riflessione.”
Una giornata particolare è una giornata densa di emozioni, cosa resta allo spettatore?
“La bellezza interiore di queste donne, risolte, decise, in grado di governare il conflitto, di vivere in armonia, di rigenerarsi e sorridere alla vita nonostante tutto. La capacità delle donne di aiutare altre donne; di accogliere il loro dolore e farne esperienza condivisa; di rappresentare una possibile via di uscita. Infine, la sensibilità ed il rispetto con cui le operatrici accompagnano i percorsi di rinascita delle donne vittime di violenza, lasciandole sempre libere di scegliere, se fuggire o tornare indietro, senza mai imporre il proprio punto di vista ed evitando così la vittimizzazione secondaria”.
Dopo Parma, dove verrà distribuito il film?
“Dopo le proiezioni al cinema Astra, seguirà la distribuzione a livello regionale, ma dopo l’estate l’obiettivo è di approdare su una piattaforma nazionale”.
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Il film “La gioia all’improvviso”
Prodotto da Roberto Venturini per Video Type e Tony Campanozzi per Vertigo, il film è scritto dalle autrici Lorena Ravanetti e Fabrizia Dalcò ed è diretto dal regista Marco Mazzieri, con la consulenza del Centro Antiviolenza di Parma, il patrocino della Regione Emilia Romagna, del Comune di Parma e con la collaborazione della Polizia di Stato.
Musiche di Pietro Cantarelli.
Le operatrici e le donne sopravvissute alla violenza sono interpretate dalle attrici del Teatro del Cerchio, tra cui: Chiara Casoli, Stefania Maceri, Gabriella Carrozza, Silvia Santospirito, Simonetta Checchia, Martina Manzini e con la partecipazione di Tony Campanozzi. .
WRITTEN BY
Rosaria Frisina, giornalista, web e social editor. Lavora tra Parma e Milano, si occupa di comunicazione ed informazione in ambito sanitario. Ama raccontare storie, la scrittura è la sua passione, l’informazione e la cura dei contenuti l’anima del suo lavoro.