Diana Bancale ed il sogno di viaggiare…realizzato!
La travel blogger ha fatto della sua passione la sua professione. Oggi esplora e racconta il mondo, viaggia da sola con coraggio e libertà
Diana nasce e cresce a Napoli, poi sceglie Parma per studiare, si laurea, passa da un lavoro all’altro e finisce come impiegata tuttofare. Un lavoro a tempo indeterminato, stabile e sicuro ma obbligatorio, noioso e ripetitivo, fatto di routine e di attese dei week end e delle risicate ferie, che le tolgono stimoli e aspirazioni.
“Io questa cosa che per vivere bisogni passare la vita a fare un lavoro che non ci piace non l’ho mai accettata” dice. Si ferma a riflettere che cosa vuole fare veramente, esplora sé stessa ed emerge la voglia di viaggiare e di scrivere, che da sempre è la sua grande passione, infatti è giornalista, quindi, la svolta.
Armata di coraggio lascia il posto fisso per lanciarsi in una nuova avventura e apre un suo blog “In viaggio da sola”, si mette in gioco, si reinventa e ricomincia da capo.
Piano piano, con passione e dedizione inizia un viaggio fatto di ambizioni e di tanto lavoro, diventa travel blogger, il mestiere che ama e che la porta dritta verso la meta: la felicità.
Oggi con quasi 40.000 follower su Instagram Diana esplora e racconta il mondo, viaggia da sola con coraggio e libertà.
Da Napoli, la tua città natale, a Parma. Quando ti sei trasferita? E come era la tua vita da parmigiana?
“Sono arrivata a Parma il giorno del mio diciannovesimo compleanno, da sola e con un gran desiderio di indipendenza. Ci sono rimasta 20 anni.
Ho fatto dapprima la vita da universitaria: tante feste, amici e intanto lavoravo in bar e ristoranti per pagarmi studi e affitto.
Poi, dopo la laurea ho iniziato a lavorare nel giornalismo e ho sempre avuto una vita molto piena tra sport, teatro, corsi di lingue, burlesque e qualsiasi attività solleticasse la mia curiosità.
Ho provato un po’ di tutto e ho vissuto la città al massimo. Parma mi ha dato tanto: è il posto dove sono diventata quella che sono ora.”
Come e quando hai deciso di cambiare vita e quale è stata la molla che ti fatto prendere questa decisione? È stata improvvisa o è stata una miccia che pian piano si è trasformata in incendio?
“Ho sempre avuto e ho tuttora una smania di cambiamento costante. Credo sia forse il mio tratto caratteriale predominante. L’avevo da adolescente a Napoli e la ho tuttora, quarantenne a Tenerife.
Mentre sono in un posto, immagino sempre piani alternativi, cambi di vita, di paese, di lavoro. Adoro partire da zero e reinventarmi: il cambiamento non mi spaventa ma mi elettrizza e mi fa sentire viva.
Ho sempre amato viaggiare e ho sempre amato scrivere. Per anni mi sono interrogata, senza però in realtà fare nulla di concreto, su come avrei potuto vivere di viaggi. Poi, durante l’ultimo mio lavoro con una società americana, ho capito tante cose, prima fra tutte che bisogna buttarsi e provare se si vuole qualcosa. Che non si può continuare a vivere di un lavoro che non ti fa alzare felice la mattina e che la vita è una sola.
E l’ho fatto, mi sono buttata: ho lasciato il lavoro “fisso” e mi sono iscritta a un corso di giornalismo di viaggi, poi a un master in marketing del turismo. Ho aperto il blog. E ora, 10 anni dopo, con fatica e impegno ma tante soddisfazioni, è il mio lavoro.
Abbandonare un lavoro stabile fa paura a molti, soprattutto per l’incertezza. Qual è stata la tua arma segreta per superare quel sentimento e dire: “Ce la farò!”?
“In realtà all’inizio non ero così convinta che ce la avrei fatta davvero a fare del blog il mio lavoro. Mi sembrava una professione troppo bella per essere vera.
Il fatto però è stato che quella vita non faceva più per me e sentivo di stare facendo un lavoro che non mi realizzava. Non stavo né seguendo le mie passioni, né quello per cui avevo studiato.
Non riuscivo a viaggiare quanto volevo, questo mi faceva sentire frustrata e avevo bisogno di evadere da tutto questo.
Credo che più che uno slancio di ottimismo sia stata una saturazione, a dire la verità. Mi faceva più paura l’idea di essere vincolata da un contratto a tempo indeterminato che l’incertezza del cambiamento. Più che un “ce la farò” è stato un: “Proviamo, vediamo che succede!”.
Vederti in giro per il mondo in posti e terre meravigliosi è un sogno per tutti i tuoi lettori, ma non è facile, e dietro c’è stato e c’è tuttora un grande lavoro, immagino. Nel tuo percorso, quanto è stato importante studiare? E quali competenze hai trovato più utili nel costruire una carriera come travel blogger professionista?
“Sicuramente lo studio ha giocato un ruolo fondamentale, a partire da quelli universitari (scienze della comunicazione e giornalismo) al master e ai corsi successivi. Non mi è mai piaciuto improvvisare, quindi le mie competenze mi hanno sicuramente aiutato a lanciarmi anche a livello di sicurezza in me stessa. Chiaramente avendo un blog la capacità di scrittura mi è stata fondamentale, e poi anche tutte le competenze riguardo alla scrittura per il web, il marketing e i social media, sono state altrettanto importanti. A livello personale invece credo che una buona capacità nelle relazioni sociali, un’attitudine positiva, aperta ed ottimista, ti faciliti tanto la strada quando si tratta di collaborazioni, partecipazione a viaggi stampa e buoni rapporti con colleghi e clienti.”
Ricordi quale è stato il tuo primo “vero” viaggio?
“I primi viaggi sono stati in giro per l’Italia tra borghi e castelli con i miei genitori, che amavano fare le “gite della domenica”. Io invece al tempo volevo solo restare in casa a giocare con le Barbie. Il primo piccolo viaggio da sola è stato un week end a Rimini col cane a 24 anni (in inverno tra l’altro) e poi ci sono state Londra e Istanbul in solitaria. Diciamo che ho iniziato a viaggiare seriamente dopo il college a Miami, dove ho trascorso 6 mesi a 25 anni. Da lì, non mi sono più fermata.”
Sai quanti paesi hai toccato o quali ancora ti mancano?
“Non li conto di solito; Google Maps mi dice che sono 42 ma credo qualcosina di più. In ogni caso mi mancano ancora Australia, Sud America e tanta parte di Africa. Per fortuna che il mondo è così grande! Ogni volta che penso di aver ormai visto tutti i miei posti dei sogni, ne sbuca fuori qualcun altro che poi diventa la mia ossessione.”
Il posto più bello, sei hai una meta privilegiata, e quello che non visiteresti mai?
“Mi piace trovare il bello in tante sfumature diverse. Trovo bellissime e decadenti la mia Napoli e la mia adorata Lisbona, ma trovo bella anche l’atmosfera kitsch di Miami, così come trovo irresistibili metropoli come Seoul o Shanghai e trovo unica la selvaggia Islanda. Sicuramente però ho un debole per i posti tropicali, bello come l’oceano della Polinesia Francese ho visto poche cose. Non mi ispira invece l’idea di visitare posti di guerra o comunque paesi dove le donne non hanno diritti o sono trattate come una categoria inferiore.
Spesso i viaggi non sono solo geografie ma anche incontri. Qual è la persona più straordinaria che hai incontrato durante un viaggio e cosa ti ha insegnato?
“Le persone danno un sapore al viaggio e specialmente quando viaggio da sola ogni incontro diventa ancora più prezioso, ogni scambio di parola con uno sconosciuto mi lascia qualcosa di importante. Non ho una persona particolare perché ne ho conosciute davvero tante ma trovo straordinario ogni piccolo gesto di gentilezza e di empatia che ricevo da estranei quando sono in viaggio da sola. Anche un sorriso scambiato mentre cammino, una persona che ti tiene la porta, un buongiorno che ti solleva la giornata. In viaggio riscopro la bellezza del fattore umano e che generalmente e nonostante tutto quello che si possa dire, sono più le persone buone che non il contrario.”
Il tema del viaggio al femminile: hai mai avuto delle difficoltà a viaggiare da sola? Ti sei mai trovata in una situazione di pericolo? E nel caso, come hai affrontato la situazione?
“Al di là di qualche fastidio legato al fatto di essere donna da sola in posti dove magari si vedono poche mie simili viaggiare sole (sguardi fastidiosi, commenti o approcci non desiderati), devo dire che solo una volta ho avuto un problema più grave. Ero a Istanbul da sola, in hotel, e ho avuto molestie insistenti da parte del proprietario dell’hotel stesso.
Lo ho risolto lasciando l’hotel appena possibile e non tornandoci più. Avevo 25 anni, non ho né denunciato né fatto nulla in merito. Oggi mi sarei comportata in maniera diversa ma al tempo non me la sono sentita.”
Se invece parliamo di semplici imprevisti: ci puoi raccontare il tuo “disastro da viaggio” preferito e come l’hai trasformato in un’esperienza da sorridere e poter ricordare.
“Per me il viaggio fa rima con imprevisto. Non esistono viaggi perfetti e la maggior parte delle volte c’è sempre qualcosa che non va, io parto già con questo presupposto.
Me ne sono successe tante: voli cancellati, notti in aeroporto, valigie perse, aeroporti chiusi, hotel sbagliati, passaporti addirittura persi e poi ritrovati. Fa parte del gioco e di solito non mi abbatto.
Tutti questi eventi li racconto oggi col sorriso, anzi, sono esperienze che mi hanno reso più resiliente alle difficoltà e più viaggiatrice.
Social media e blogging sono la tua vetrina. Come riesci a restare autentica e a non perdere il gusto del viaggio trasformandolo in “contenuto”?
“Provo a mettermi nei panni di chi mi segue e pensare cosa può interessargli e perché guarda i miei contenuti piuttosto che altri. Mi piace far vedere posti da sogno ma anche la realtà, dove magari per permettermi quei viaggi poi mangio l’insalata del discount con le mani…
La realtà ha più facce e mi piace l’idea di essere onesta. Far sognare ma anche mostrare il lato umano e semplice di ognuno di noi.”
Nel tuo presente hai scelto di vivere alle Canarie. Come mai?
“Amo il caldo, amo le palme, amo la vita fronte mare e lo yoga sulla spiaggia. Lavoro da remoto, quindi posso essere fisicamente dove voglio e le Canarie in questo momento hanno quello che mi serve.
Poi, per lavoro e per passione viaggio tantissimo, quindi Tenerife per me è una base, non ci sono mai per troppi mesi consecutivi. Questo mi permette, per ora, di non stufarmi. Dato però che mi conosco, non so il futuro dove mi porterà…”
Oggi viaggiare è la tua professione e in un futuro, come ti vedi?
“Spero che l’idea di prenotare un volo mi faccia sempre brillare gli occhi e che mi scenda sempre una lacrima quando atterro in un nuovo paese o in un posto che amo.
Vorrei continuare a viaggiare per lavoro e per passione anche in futuro.
Col web in continua evoluzione è difficile scommettere esattamente dove sarò a livello professionale, ma vorrei restare una figura consolidata nel settore dei contenuti di viaggi, con una forte presenza sul web.”
Cosa diresti a una donna che sogna di mollare tutto ma si sente bloccata da aspettative sociali o familiari?
“Le direi che ho vissuto le stesse emozioni e che capisco perfettamente. Quello che mi ha sempre fermata non era la mia paura ma il timore di deludere gli altri e di fare qualcosa che non era l’idea che la società aveva di me. Ho vissuto anni intrappolata in questo divario tra quello che sentivo di essere e come gli altri mi vedevano.
Poi ho capito che alla fine dei conti la vita era ed è la mia. Consiglierei ad una donna che sogna di mollare tutto di farlo con coscienza e testa, di prepararsi, di avere le idee chiare e dei piani di riserva. Ma di iniziare, non aspettare di essere perfettamente pronta. La maggior parte delle volte i limiti che usiamo come scuse sono solo tali (età, figli, soldi) e ce ne rendiamo conto solo dopo aver iniziato un processo di cambiamento.
Se va male non fa nulla, ripartiamo con un altro sogno. Non c’è niente di peggio del rimpianto di non aver provato a fare una cosa che amiamo.”
Terminiamo con una curiosità. Dopo tante esperienze, città visitate e chilometri macinati, ti chiedo: qual è il primo pensiero che hai quando sali su un aereo o devi affrontare una nuova avventura? Libertà, eccitazione o magari c’è anche un po’ di timore o paura?
“Esattamente tutte queste emozioni insieme. E tutte sono necessarie, anche l’ansia, la paura, la preoccupazione. Senza di queste il viaggio non sarebbe così bello, intenso, entusiasmante, vivo.Ogni volta che salgo su un aereo (dopo un immancabile gesto scaramantico), sorrido a me stessa e mi sento fiera per tutta la vita che mi sto regalando”.
Potete seguire le avventure di Diana su
Instagram: www.instagram.com/inviaggiodasola
Facebook: www.facebook.com/inviaggiodasola
Youtube: www.youtube.com/@dianabancale
WRITTEN BY
Cecilia Vecchi, si occupa di comunicazione, è content writer e gestisce progetti audiovisivi. Si divide tra Italia e Spagna. Da sempre ama viaggiare perché partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni, odora di libertà, vuol dire conoscere e scoprire, vedere nuovi posti per tornare con nuovi occhi. Anche scrivere è viaggiare: un’evasione senza l’ansia degli orari e il disturbo dei bagagli. Per Parmaforwomen cura la rubrica Donne in viaggio
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