Conosci il significato della parola consenso?

Pubblichiamo una lettera anomina arrivata in redazione, un vissuto doloroso di una giovane ragazza, perché dia il coraggio a tante storie simili di reagire contro qualsiasi violenza fisica e psicologica. 

Ho sentito in giro che tu vuoi candidarti come rappresentante d’ISTITUTO.

Tu vuoi rappresentare ME?

All’inizio questa affermazione mi ha sconvolto così tanto che non ci credevo, pensavo fosse una pessima battuta, una voce di corridoio, una frase detta e ridetta che ha poi assunto 100 sfumature diverse, un’incertezza, una sicurezza, una probabilità.

Ho sentito in giro che tu sei amico di tutti, purtroppo però si sa che chi è amico di tutti poi in realtà non è amico di nessuno.

Ho sentito in giro che tu non hai idea di cosa significhi la parola vergogna, e questo so che è vero.

Sai perchè?

Perché non ci hai pensato due volte a salutarmi con fare scherzoso e un po’ provocatorio quando mi hai visto, dopo che mi hai sentito piangere singhiozzando al telefono.

Perché non ci hai pensato due volte a darmi della troia dopo che mi dicevi che ero sexy, che avevo una risata “triplocontagiosa” e che sembravo una “fragolina”.

Ma cosa vuoi rappresentare di me?

La mia paura quando per sbaglio ti ho guardato negli occhi dopo tre mesi che non ti sentivo?

Il sangue che si congela quando ti vedo fuori da scuola o il mal di stomaco quando sento la campanella dell’intervallo che mi fa mettere in dubbio la voglia di uscire dalla classe con i miei amici?

Vuoi essere il manifesto vivente del mio dolore?

Sai la parola ‘consenso’ è molto divertente, deriva dal latino: “cum sentio” e letteralmente significa percepire o pensare insieme, però sai io non mi ricordo di averti detto di si.

Forse il ‘pensare insieme’ riguardava te e i tuoi amici, era vostra la decisione, non era ‘insieme’ a me.

I politici vogliono ‘consensi’ e quindi il termine, automaticamente, diventa un sinonimo di ‘approvazione’, però non mi sembra che io abbia approvato il tuo video, non mi sembra che fossi contenta quando l’ho scoperto, non mi sembra neanche che abbia gioito o che ti abbia fatto le mie congratulazioni, non ho riso, non ho neanche accennato un sorriso, non mi sono sentita lusingata del fatto che tu mi abbia filmato e non mi sento tutt’ora “la fortunata” che è venuta a letto con te.

Il sostantivo maschile ‘consenso’ sintatticamente fa coesistere sia il significato di ‘approvazione’ sia quello di un ‘atto in comune accordo’ e per te questa parolina bellissima è perfetta perchè grazie al tuo bel cortometraggio porno, in ‘comune accordo’ con i tuoi amici,  hai avuto l’approvazione  degli omuncoli che ti hanno cresciuto, che ti stanno vicino e con cui scherzi e giochi.

Ho sentito in giro che un mio video porno era stato visto.

Ho sentito in giro che ****** l’ha visto.

Ho sentito in giro che hai offerto a ******* di vederlo.

Ho sentito in giro che eri tu a vantarti di avermi filmata alle macchinette.

Ho sentito in giro che tu sei ‘coglione’, ma non così tanto.

La gente parla tanto, tantissimo però poi si scorda delle cose che dice. Si scorda dei tuoi sentimenti, si scorda di cosa ha mangiato ieri, si scorda dei segreti rivelati, si scorda dei libri letti e delle pagine studiate e si scorda anche del dolore altrui.

Io non me lo scordo, però, il giorno in cui ho scoperto che da essere umano ti sei trasformato in un incubo, che da ragazzino immaturo sei diventato una persona che mi spaventa, che da uno stupido sei diventato un pericolo da cui stare attenti e lontani, ma io riuscirò  a superare la tua persona.

Quello che non riuscirò a superare è la fitta al cuore di delusione che mi è venuta quando l’ho scoperto, tutte le energie che ho sprecato piangendo e i pomeriggi buttati a scrollare Tiktok perchè non c’era niente di positivo in quelle giornate estive sentendomi sola, abbandonata, ferita e umiliata.

Però sono sicura che organizzerai delle divertentissime feste d’Istituto.

 

 


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