Quando l’amore diventa una truffa affettiva
Ma quando l’amore diventa una truffa affettiva? Non è solo una domanda, è anche il titolo di un libro, scritto a più mani da psicologi, psichiatri, neuropsicologi, che ogni giorno affrontano richieste di aiuto di pazienti che sono state vittime di inganno e di amori bugiardi.
Ne parliamo con Amalia Prunotto, coautrice del volume, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa, che ha dato vita a Parma al progetto Amori 4.0 www.amori4puntozero.it
Dottoressa Prunotto, cos’è esattamente la truffa affettiva?
“La truffa affettiva è una manipolazione dei sentimenti con intento fraudolento. In realtà, si tratta di un fenomeno complesso, che coinvolge vere e proprie organizzazioni criminali, spesso legate a mafie internazionali, come quella nigeriana. Proprio per affrontare questo tema, è nata l’associazione ACTA, Associazione Contro le Truffe Affettive. Un movimento creato da Jolanda Bonino, premiata per questo impegno come Cavaliera della Repubblica.
I media spesso affrontano questi argomenti in modo sensazionalistico. Per esempio, il caso di una vedova anziana che sogna un improbabile grande amore con un giovane principe indiano: lei ha 78 anni, lui 25, e il tutto viene ridotto a una storia di ingenuità e denaro sprecato per inseguire un’illusione romantica. L’obiettivo sembra essere mostrare la “povera illusa” ingannata da promesse d’amore, senza approfondire il dramma umano e le dinamiche criminali dietro queste vicende.”
Qual è la dinamica?
“Le truffe affettive si innestano su vere e proprie dinamiche mafiose, con un giro d’affari enorme che finanzia attività illecite. Questi truffatori sfruttano spesso i social media per avvicinare le vittime, promettendo amore e costruendo un rapporto apparentemente autentico. Si comincia con una conversazione innocente: “Mi piace il tuo post”, “Anch’io amo queste cose”, e si prosegue con un bombardamento emotivo, il cosiddetto love bombing, fatto di messaggi costanti, complimenti e attenzioni, fino a creare dipendenza affettiva nella vittima. Una volta stabilito questo legame, i truffatori iniziano a manipolare emotivamente, raccontando storie drammatiche per suscitare empatia e ottenere denaro”.
Qualche esempio?
“Fingono di avere un figlio malato, di trovarsi in situazioni di pericolo o di dover affrontare difficoltà insormontabili. La vittima, coinvolta emotivamente, si sente responsabile e cerca di aiutare, spesso svuotando i propri risparmi. Un caso emblematico è quello di una maestra d’asilo divorziata, senza figli, che è stata manipolata da un uomo che si fingeva un giovane vedovo, padre di un bambino malato. Questo uomo sosteneva di essere in missione militare e di aver bisogno di soldi per liberarsi da un rapimento. Lei, coinvolta dalla storia e dal suo desiderio inespresso di maternità, gli ha inviato tutto ciò che poteva, finendo in un ciclo infinito di richieste economiche e ricatti emotivi”.
Le donne sono le vittime più frequenti?
“Questi raggiri non colpiscono solo le donne; anche gli uomini cadono vittime, seppur con dinamiche leggermente diverse. Per loro, il ricatto emotivo è spesso legato all’aspetto protettivo e virile: vengono manipolati da giovani donne, vere o fittizie, che chiedono aiuto per uscire da situazioni disperate. Tuttavia, gli uomini tendono a denunciare meno per vergogna, mentre le donne, spesso più consapevoli della manipolazione subita, sono più propense a parlarne”.
Le truffe affettive colpiscono le persone fragili o è un fenomeno che riguarda tutti?
“Va sfatato lo stereotipo secondo cui le vittime sarebbero persone fragili o ingenue. Questi raggiri sono estremamente sofisticati e possono colpire chiunque, indipendentemente dall’età, dal livello culturale o dalla condizione economica. Un esempio eclatante è quello di una giornalista della NBC, coinvolta da un medico italiano in una love story basata sull’inganno, un amore bugiardo in cui il medico le aveva raccontato perfino di essere medico personale del Papa, mostrandole finte partecipazioni a un matrimonio che sarebbe stato celebrato da sua santità in persona a Castel Gandolfo”.
Quali sono le conseguenze psicologiche di chi subisce una truffa affettiva?
“Dietro queste truffe c’è un trauma profondo, uno shock, lo chiamiamo “stupro emozionale”, che lascia le vittime devastate, non solo economicamente ma anche psicologicamente. Molti perdono non solo denaro, ma anche la fiducia in sé stessi e negli altri. Per affrontare queste situazioni, è fondamentale lavorare sulla consapevolezza, sul riconoscimento dei segnali di pericolo e sul mantenimento di una vita ricca di relazioni autentiche e significative. Il digitale, con la sua capacità di creare connessioni rapide e superficiali, amplifica il problema. Ma queste truffe esistevano anche prima di internet, solo con modalità diverse”.
Cosa possiamo fare per proteggerci?
“Il nostro libro esplora proprio queste dinamiche, raccontando storie vere di manipolazione e truffe affettive, per offrire una riflessione su come riconoscere e affrontare questi fenomeni. Uno scudo protettivo è avere una rete relazionale solida: una vita piena di interessi e di amicizie autentiche può essere la migliore difesa contro questi inganni”.
Vampirizzazione, manipolazione, trauma da abuso narcisista, ghosting…quante sono le forme di “amore” pericoloso che si manifestano nelle relazioni?
“Ci sono molteplici difficoltà relazionali, tutte però riconducibili a dinamiche interpersonali complesse. Prendiamo, ad esempio, il ghosting: una persona scompare dalla tua vita senza preavviso, interrompendo ogni comunicazione senza spiegazioni, come se non fosse mai esistita. Questo comportamento rappresenta una forma di violenza psicologica, lasciando l’altra persona nel vuoto, senza capire il motivo di questa improvvisa scomparsa. È una chiusura devastante, che spesso riflette l’incapacità di chi lo fa di verbalizzare le proprie emozioni. L’abuso narcisistico, invece, si manifesta quando non si riconosce che l’amore che si sta vivendo non è autentico, ma è permeato da manipolazioni psicologiche o anche economiche. In questo caso, il bisogno di conferme e rassicurazioni porta a ignorare la realtà. Si ha il bisogno di dimostrare di avere una famiglia perfetta, che tutti riconoscano che si è sposato qualcuno di buono e brillante, anche se poi, nella vita quotidiana, quella persona maltratta l’altro e la realtà è ben diversa da quella che si cerca di far apparire.”
Amori 4.0 sono anche gli amori morbosi che troppo spesso ormai vediamo svilupparsi tra i giovanissimi?
“Viviamo in tempi liquidi, caratterizzati da relazioni superficiali e dalla costante ricerca di emozioni che diano una scarica di adrenalina continua. Nelle relazioni si “surfa”, si cambia rapidamente partner. L’amore, invece, è un sentimento profondo, duraturo e resistente, che non va confuso con l’assuefazione o la dipendenza. Oggi, nelle scuole, ci sono diversi programmi per educare a un’affettività sana, come se esistesse un amore ‘sano’ e uno ‘malato’. C’è un libro che si intitola “Se fa male non è amore”. È così. L’amore deve farci stare bene, pur nelle difficoltà che sono fisiologiche in una relazione; quando porta con sé ombre, prevaricano atteggiamenti che ci fanno soffrire, come la violenza o l’inganno, non è amore”.
Le letture consigliate da Amalia Prunotto
WRITTEN BY
Rosaria Frisina, giornalista, web editor e social media manager. Lavora tra Parma e Milano nel settore della comunicazione e del giornalismo, con particolare attenzione ai temi della salute, settore nel quale lavora da oltre 10 anni come news editor, e alle questioni di genere. È ideatrice di format editoriali/ web/social, ama raccontare storie, la scrittura è la sua passione, l’informazione e la cura dei contenuti l’anima del suo lavoro.
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