Salute/ Essere una sessuologa, è ancora un assurdo tabu

Ci sono ancora tanti pregiudizi, tanti giudizi sul mio profilo professionale, quando dico “sono una sessuologa” ecco che partono sguardi, risatine, occhi sbarrati e a volte commenti davvero spiacevoli. Il mio percorso di studi, iniziato a 40 anni non senza fatica, mi ha permesso di lavorare su me stessa proprio per affrontare il pregiudizio sul benessere sessuale, purtroppo diffuso trasversalmente nella società e anche nella nostra bellissima Parma. 

Parlarne e aprirsi con argomenti che interessano un po’ tutti potrebbe essere funzionale per prevenire tanti disagi. Oggi, si parla tanto di sesso soprattutto sui social, le risposte non vanno bene per tutti, ognuno ha la sua storia, il suo corpo con emozioni e sensazioni uniche, vanno accolte, ascoltate e decodificate.  

Troppo spesso la connotazione è negativa, si parla di educazione sessuale in occasione di un femminicidio, per enunciare che le malattie sessualmente trasmissibili sono in aumento o per dire che in menopausa il sesso è più difficile. Solo, per fare qualche esempio.

C’è bisogno di diffondere con positività quelli che sono i pilastri di una sessualità appagante: rispetto per sè e per l’altro, consenso, conoscenza del corpo, comunicazione, piacere ed equità di genere. 

È il mio lavoro, che affronto con passione, formazione continua e tanta empatia, fa parte della mia vita, dalla mia famiglia e dagli amici  ricevo tanto sostegno. Le soddisfazioni più grandi arrivano dai miei pazienti che ritrovano nel benessere e nella salute sessuale una rinnovata gioia di vivere.